Chi sono

Katia Caravello

Sono una psicologa-psicoterapeuta ad orientamento rogersiano.

Ascoltare gli altri, cercare di mettermi nei loro panni per comprendere ciò che provano, impegnarmi per aiutarli sono atteggiamenti che mi sono sempre appartenuti sin da bambina, ma è solo dopo aver perso la vista a 20 anni che ho iniziato a pensare di far diventare quest’attitudine una professione.

Mi sono così iscritta alla facoltà di Psicologia presso l’Università degli Studi Milano-Bicocca, dove nel 2006 ho conseguito la laurea specialistica in “Psicologia clinica e neuropsicologia” con una tesi dal titolo La promozione del benessere nel lavoro di accompagnamento dei malati terminali.

Ho proseguito la mia formazione professionale presso l’Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona (IACP), sede di Milano, dove a dicembre 2012 ho conseguito il diploma di specializzazione in Psicoterapia Centrata sul Cliente.

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Il mio ambito di lavoro prediletto è sempre stato quello del disagio sociale. Sin dalle prime esperienze di tirocinio ho sempre operato in questo campo: sia il tirocinio pre- laurea triennale che quello post-laurea magistrale li ho svolti presso la Fondazione Exodus onlus, con la quale sono sempre rimasta in contatto (in qualità di volontaria) e dove ho lavorato da settembre 2011 a giugno 2014. In tutti questi anni, oltre a maturare esperienza in tema di tossicodipendenza e dipendenze patologiche, sono entrata in contatto con tante situazioni di disagio sociale ed ho avuto modo di partecipare ad iniziative di prevenzione sia con i giovani che con i genitori e le famiglie.

Parallelamente ho iniziato ad occuparmi di disabilità visiva. Dal 2009 al 2012 ho pianificato e realizzato progetti di consulenza di gruppo rivolti sia a preadolescenti ed adolescenti ciechi o ipovedenti sia ai loro genitori. Dal 2015 al 2020, in qualità di dirigente nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (U.I.C.I.), sono stata la referente nazionale del progetto “Stessa strada per crescere insieme”,  un progetto per il sostegno   psicologico dei genitori dei bambini e dei ragazzi con disabilità visiva, realizzato in collaborazione con il Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi e di cui mi sono occupata in tutte le sue fasi (dalla progettazione, alla selezione e formazione degli psicologi, sino alla realizzazione e monitoraggio delle attività);

Gli anni di collaborazione con l’U.I.C.I. – sia quelli come professionista che quelli come dirigente – mi hanno permesso, non solo di affinare le mie capacità ed abilità cliniche e di progettazione, ma anche di conoscere la realtà della disabilità nel suo complesso.

La Fondazione Exodus e l’U.I.C.I. non sono stati gli unici ambiti in cui ho avuto modo di lavorare con i giovani. Negli anni scolastici 2013/2014 e 2014/2015, infatti, ho tenuto uno sportello di consulenza psicologica presso una scuola superiore di secondo grado. Lo sportello era rivolto a studenti, insegnanti e genitori, ma prioritariamente vi afferivano studenti e studentesse. In accordo con la docente referente del progetto, ho tenuto anche degli incontri di gruppo in un paio di classi particolarmente problematiche.

Inoltre, in contesti e tempi differenti, ho svolto attività di formazione rivolta a psicologi, educatori professionali, personale sanitario, genitori e volontari.

Mi piace continuare ad apprendere per aggiornare costantemente le mie conoscenze e competenze ed acquisirne di nuove… tanto da decidere, alla soglia dei 40 anni, di iscrivermi al corso di laurea in Scienze della comunicazione presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, dove nel 2019 ho conseguito la laurea.

Mi piace mettermi in gioco e sperimentarmi in attività nuove, l’ultima delle quali in ordine di tempo è l’ideazione e la gestione di un progetto denominato Le lenti del pregiudizio, la cui mission è quella di contrastare pregiudizi e stereotipi.

Per conoscere più nel dettaglio la mia formazione e le mie esperienze professionali, è possibile scaricare il mio curriculum vitae cliccando qui.